Conviviale del 7 Marzo 2024

L’interclub di questa sera, con il RC Genova Nord Ovest, vede come relatori Pietro Pistolese Generale C.A. (r) e Gianluca Feroce, Generale 2A Brigata Carabinieri.   
Alessandra Caldini, Presidente R.C. Genova Nord Ovest porge il benvenuto ai relatori, agli ospiti e a tutti i Soci presenti inoltre ringrazia la socia del R.C. Genova Nord-Ovest Franca Amoretti, Maggiore della Croce Rossa Italiana, per l’idea e il ruolo svolto nell’organizzazione della serata dedicata al Primo Reggimento dei Carabinieri Tuscania.
La parola è quindi passata ad Agostino Poggi, che a sua volta ha salutato i relatori, i graditi ospiti e tutti i Soci presenti.
Dopo la cena, Alessandra Caldini e Agostino Poggi hanno dato lettura dei curricula dei relatori.
Ha preso per primo la parola il Generale Pietro Pistolese, tracciando brevemente la storia del Reggimento paracadutisti carabinieri Tuscania, storia che idealmente parte dal I Battaglione CC paracadutisti affidato al comando del maggiore Bruto Bixio Bersanetti e poi al maggiore Edoardo Alessi che opera dal luglio 1941 nel fronte dell’Africa Settentrionale. Il Generale Pistolese si sofferma sul ruolo del Reggimento nell’ostacolare l’avanzata delle unità britanniche, azione che culminerà nella battaglia di Eluet El Asel, facendo particolare riferimento alle armi a disposizione del Reggimento (i.e. la granata Pazzaglia) e dedicando particolare attenzione alla figura del maggiore Edoardo Alessi, subentrato al maggiore Bersanetti nel comando del Battaglione CC.RR. paracadutisti.

Alessi rientra in Italia nel 1942 dove gli viene assegnato il comando del Gruppo CC di
Sondrio. In questo ruolo si oppone alla deportazione di ebrei e dissidenti e ne favorisce il passaggio in Svizzera dove poi si rifugerà per entrare nella lotta partigiana e ritornando in patria nel 1945, per assumere il comando della 1^ Divisione Alpina Valtellina che riuniva diverse formazioni partigiane. Venne ucciso all’alba della Liberazione, durante un rastrellamento. La storia del Reggimento prosegue poi con l’assegnazione nel gennaio 1963 dell’attuale sede di Livorno e nella configurazione di “Compagnia Carabinieri Paracadutisti” per assumere poi nel 1975 la denominazione di 1º Battaglione carabinieri paracadutisti “Tuscania”. Al 1º giugno 1996 risale la trasformazione da battaglione in Reggimento, inquadrato poi nella Brigata paracadutisti “Folgore” per poi uscire da questi ranghi nel 2002 a seguito della costituzione della Forza Armata autonoma dell’Arma dei Carabinieri, per essere posto in forza alla Seconda Brigata Mobile Carabinieri.
Ha preso quindi il microfono il Generale Feroce, che partendo dal ruolo del Reggimento nella difesa di tutte le missioni diplomatiche e di tutte le sedi di ambasciata Italiana in tutti gli angoli della terra, ha proseguito la relazione descrivendo l’organizzazione attuale del 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”, che dipende dalla 2ª Brigata Mobile ed è alle dipendenze della Brigata Paracadutisti “Folgore” dell’Esercito.
Il “Tuscania” è articolato in: Ufficio Comando (a supporto delle funzioni di comando, coordinamento e controllo del Comandante del Reggimento); Reparto Addestrativo (per l’attività di selezione e formazione del personale da immettere nei ranghi operativi dello stesso Reggimento e degli Squadroni Cacciatori) e Compagnia Comando e Servizi, per il supporto logistico.
Il Battaglione Carabinieri Paracadutisti è chiamato per l’assolvimento dei compiti istituzionali di tre tipi:
•militari (tipici delle truppe paracadutiste): occupazione preventiva e difesa di posizioni; interdizione e controinterdizione d’area (guerriglia e controguerriglia); supporto a contingenti di Forza Armata in operazioni “fuori area”, anche con funzioni di Polizia Militare;
•di polizia: supporto all’Arma Territoriale, di sicurezza alle sedi diplomatiche in Paesi “a rischio”, di scorta di personalità;
•addestrativi: addestramento e formazione di militari dell’Arma destinati a reparti speciali.

Il Generale è poi passato a illustrare brevemente il percorso formativo degli aspiranti paracadutisti che partendo da una selezione psicofisica, finalizzata ad accertare la loro attitudine, possono essere successivamente ammessi alla frequenza di un corso formativo, della durata di circa nove mesi, mirato all’acquisizione di capacità nel paracadutismo, nell’ addestramento di pattuglia e di plotone, nell’ addestramento all’impiego di armi e materiali speciali. Il superamento di questa fase permette il transito al Battaglione, per svolgere attività operative, di addestramento, di mantenimento e di ulteriore specializzazione nei settori: aviolancistico, di tiro con armi individuali e di reparto, di impiego dei materiali speciali ed esplodenti, di tecniche particolari di combattimento.
La relazione è stata seguita con molto interesse da parte dei presenti ed ha scaturito molte domande e applausi.
La serata è stata chiusa con gli omaggi dei Club ai relatori e il consueto tocco di campana.